Il “Bauhaus” è stato una delle più importanti esperienze di tutto il ‘900. Fu una scuola di architettura, arte e design della Germania. La storia del Bauhaus riflette in modo fedele la piega generale degli avvenimenti all’epoca della Repubblica di Weimar. La scuola sorse nel 1919 a Weimar, per iniziativa di Gropius. Negli anni seguenti si ampliò per l’arrivo di nuovi allievi e insegnanti. Nel 1924 il Bauhaus si trovò costretto a lasciare Weimar e cercare una nuova sede a causa dell’avversione nei suoi confronti manifestata dal nuovo governo di destra. Nel 1925 avvenne il trasferimento a Dessau, dove l’amministrazione locale aveva messo a disposizione terreno per fabbricare, sovvenzioni e ordinazioni pubbliche. Qui il Bauhaus poté sistemarsi in un edificio di nuova costruzione, progettato da Gropius con l’aiuto di altri insegnanti e allievi. Nel 1928 Gropius lascia la direzione per dissidi con l’indirizzo preso dal corpo insegnante. A succedergli fu Hannes Meyer, seguito nel 1930 da Ludwig Mies van der Rohe.

Nel 1932 la nuova amministrazione nazionalsocialista di Dessau fece interrompere l’attività del Bauhaus. Mies van der Rohe tentò quindi di riaprire come scuola privata e in forma ridimensionata a Berlino. Ma di lì a poco sopraggiunse la chiusura forzata imposta dai nazisti, saliti al potere nel 1933. In seguito a questo evento, molti insegnanti furono costretti a emigrare. Con la loro autorevole presenza oltreoceano dopo il 1933 contribuirono alla nascita di numerose scuole derivate dal Bauhaus.

A dispetto del rifiuto di uno stile determinato, la mentalità del Bauhaus e l’insieme di realizzazioni che da esso maturarono ne fecero un esempio così caratteristico da giustificare la definizione di uno “stile Bauhaus”. Tale stile si manifestò soprattutto nei campi dell’architettura e del design. I prodotti d’arredo del Bauhaus furono seme del design moderno: oggetti funzionali, dalle forme semplici e geometriche, destinati ad entrare nelle case della gente comune, inserendosi nella loro vita quotidiana. Questi oggetti comuni erano connessi, attraverso le applicazioni dello stile Bauhaus, alla realtà tecnologica e industriale, sempre in evoluzione, senza perdere la cura dei dettagli e l’attenzione per la qualità dei materiali.

Grande rilievo ha avuto anche la pittura. In questo campo il Bauhaus fu uno dei principali centri europei di irradiamento dell’arte astratta. Per questo compito fu indispensabile l’apporto, in qualità di insegnanti, di alcuni dei più grandi artisti del tempo. Furono invitati quindi in prevalenza artisti che si erano occupati dei problemi della forma, dei rapporti di colore e dell’equilibrio tra le parti. Questo spiega come mai al Bauhaus si concentrò gran parte dell’avanguardia astratta tedesca e internazionale. È stato più sfumato, invece, lo “stile Bauhaus” nei campi della scultura, fotografia, scenografia, teatro e danza.

Il progetto elaborato da Gropius partiva da due premesse:

-i valori estetici delle arti quasi sempre hanno riguardato il loro ambito specifico, restando estranei alla vita dell’uomo

-la vita dell’uomo era oramai sottoposta alla dittatura della macchina e della produzione industriale, nell’inosservanza di ogni parametro estetico

Questi elementi portarono Gropius a sviluppare una nuova concezione funzionale del progettare, nel solco della tradizione del “Werkbund”. Da tempo, infatti, il Werkbund aveva messo in risalto la necessità di un rapporto tra la forma degli oggetti e la loro funzione.

La visione di Gropius ebbe come prima conseguenza pratica l’attuazione di nuovo progetto didattico-educativo, attorno cui ruotava tutta la vita del Bauhaus.

Tale sistema aveva come obiettivo la rivitalizzazione del ruolo creativo del progettista. Fine ultimo era la formazione di giovani capaci di inserirsi nei processi produttivi e di conferire qualità formali agli oggetti della produzione di massa.

L’insegnamento al Bauhaus assunse una fisionomia definitiva sin dal primo anno di vita della scuola. La durata del ciclo di studi era di 4 anni. Molti studenti, al termine dei loro studi, sceglievano di rimanere al Bauhaus, partecipandovi in qualità di insegnanti o di loro assistenti.

Il primo anno di studi prevedeva un “Corso propedeutico”. La durata era di 6 mesi, durante i quali il giovane acquisiva coscienza di se stesso ed entrava in contatto con i diversi materiali.

A questo si affiancavano vari “Seminari” sul linguaggio della visione. Il loro scopo era quello di prendere confidenza con i principi della forma, del disegno e del colore.

A partire dal secondo anno il giovane entrava in uno dei “Laboratori”. Qui lavorava a contatto con un “maestro della forma” e un “maestro artigiano”. Sotto la loro guida familiarizzava con i problemi teorici e pratici legati alla produzione di un determinato tipo di oggetto. A capo dei corsi e dei laboratori Gropius chiamò alcuni dei più importanti artisti dell’epoca: Feininger, Kandinsky, Klee, Moholy-Nagy.

Il moderno “artista-progettista” che usciva dalla scuola era un artista capace di introdurre qualità estetiche nella produzione industriale. A tale scopo doveva al contempo, essere consapevole delle proprie qualità creative ed espressive, riappropriarsi di capacità manuali-artigianali e adattare il proprio lavoro alle esigenze della produzione industriale.

Questa rivitalizzazione del ruolo creativo del progettista implicava la formazione di giovani appositamente addestrati liberi e creativi, dotati di capacità manuali, dotati della necessaria confidenza con i nuovi materiali che la società metteva a disposizione, coscienti dell’importanza del rapporto tra forma e funzione, consapevoli delle esigenze della produzione di massa e della produzione industriale.

La formazione di una nuova generazione di progettisti era lo scopo della concezione funzionale del progettare. Pertanto, pur non disponendo di corsi specifici, l‘architettura rappresentava il momento centrale dell’insegnamento al Bauhaus. Secondo una visione unitaria delle arti, per Walter Gropius obiettivo della progettazione era l’edificio funzionale.

Alla sua realizzazione devono prendere parte tutte le arti. L’edificio non doveva essere il prodotto dell’attività di architetti soltanto, ma frutto del concorso di un insieme di artisti-progettisti.

Negli anni di Weimar lo studio di Gropius era sempre a disposizione degli studenti. Col tempo vennero ad aggiungersi in misura sempre più consistente incarichi per la realizzazione di edifici cui erano destinati a partecipare tutti i laboratori. Esempi importanti di questa collaborazione furono la “mostra del Bauhaus” nel 1923 e la costruzione della “casa modello” (Muster-Haus) progettata da Georg Muche (1922-23).

Ma la realizzazione più importante fu, nel 1925, il nuovo edificio del Bauhaus a Dessau. La progettazione integrata dell’edificio rappresentò l’inizio di una fase positiva in cui sempre più spesso affluirono ordinazioni dall’industria. L’edificio è tutt’oggi esistente e in ottimo stato di conservazione. Dal 1927, al Bauhaus venne introdotto il dipartimento di architettura e da li iniziarono a collaborare con la scuola architetti come Adolf Meyer e Ludwig Mies van der Rohe

Ad esso si aggiunsero le abitazioni per gli insegnanti e, successivamente, la commissione per la costruzione dell’insediamento abitativo di Törten.

Espressione dell’attualità del Bauhaus sono i mobili che si annoverano tuttora fra i classici degli arredi moderni,  (vedi Ikea). Esempi più concreti e rappresentativi del moderno arredo dal nascente design possono essere le poltrone, le chaise longue, le sedie, i tavoli ed i tavolini realizzati artigianalmente con cura per i materiali. Ma il suo segno di vitalità più significativo va ricercato nell’essere riuscita a coinvolgere campi molto diversi della ricerca artistica. Del tutto nuova del Bauhaus fu la capacità di far convergere attorno a una unica e ben definita concezione le energie di personalità appartenenti a campi creativi fino ad allora autonomi. E questo ha contribuito in maniera determinante all’affermazione della cultura dell’Industrial design.

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